il padre claudio era "cittadino" di chambéry, oriundo del bugey, "di assai modeste condizioni".
trasferitosi in piemonte nel 1590 iniziò una fortunata carriera al servizio dei duchi di savoia,
che lo portò a raggiungere i più alti gradi nell'amministrazione dello stato e a gettare le basi della fortuna della sua famiglia.
il suo caso può effettivamente costituire la miglior esemplificazione delle grandi possibilità che il servizio del principe offriva
in tale periodo ai membri più intraprendenti della borghesia degli uffici, a somiglianza del più noto modello dei cursus honorum borghesi della vicina francia.
il carron infatti, dopo aver servito alcuni anni come aiutante particolare nella gran cancelleria,
il 20 agosto 1595 ne venne nominato segretario, insieme con filiberto roncas in un primo tempo, in seguito da solo.
di conseguenza, come risulta dalle istruttioni di s.a.r. al segretario carron … del 18 nov. 1615, venne inviato una prima volta in svizzera a neuchâtel,
per recare le congratulazioni e il saluto del duca di savoia alla duchessa di longueville ivi giunta e
soprattutto per invitarla "a preferire s.a. nel caso volesse vendere il contado di neuchâtel".
inoltre doveva informarsi con discrezione dell'eventuale prezzo richiesto e in particolare del numero "dei luoghi, terre e castella" del contado,
del numero degli abitanti residenti e dei redditi di cui la duchessa godeva.
poco meno di due anni dopo, nel dicembre 1617, lo ritroviamo inviato a milano in una missione di particolare importanza:
insieme con il presidente del senato del piemonte giovan francesco piscina era incaricato di seguire le trattative fra l'ambasciatore di francia béthune
e il governatore di milano don pedro de toledo per la restituzione della piazza di vercelli occupata dagli spagnoli durante la guerra contro il duca di savoia.
in seguito al trattato di madrid e agli accordi di pavia del 1617 era stato convenuto che fossero restituite tutte le piazze occupate dai rispettivi eserciti,
vale a dire di vercelli al duca di savoia e delle piazzeforti del monferrato ancora occupate da carlo emanuele i al duca di mantova.
era stato deciso inoltre l'effettivo disarmo delle truppe sabaude catturate dagli spagnoli a vercelli e la loro riconsegna agli inviati del duca di savoia a milano.
quest'ultima parte delle trattative era competenza particolare del carron:
costretto a trattenersi per tutto l'inverno a milano
lamentava nelle sue lettere le lungaggini e i pretesti voluti in particolare da don pedro de toledo, assai restio a restituire la forte piazza di vercelli.
infine nell'aprile del 1618 venne raggiunto l'accordo generale per la restituzione reciproca delle piazze e delle milizie prigioniere dei rispettivi eserciti.
rientrato di conseguenza a torino, dopo poco venne nuovamente inviato all'estero.
nel gennaio 1623 fu nuovamente inviato in svizzera, a sion nel vallese, per cercare di impedirne l'alleanza con gli spagnoli e in particolare con il governatore di milano duca di fería. la sua permanenza a sion si protrasse per vari mesi, spesi in lunghe trattative con il vescovo della città (che ancora manteneva la potestà temporale dei luoghi), volte a impedire o almeno rimandare l'invio di delegati a milano. e a questo scopo ricordava al suo interlocutore l'azione repressiva degli spagnoli "nella valtellina et contro i grisoni". richiamato a torino venne nominato primo segretario di stato insieme con tommaso pasero con patenti del 16 giugno 1625. alla morte del primo segretario crotti l'ufficio venne infatti diviso da carlo emanuele i, e tale divisione testimonia l'ancora scarsa importanza attribuita all'ufficio stesso. questa nomina peraltro segnò un profondo cambiamento nella carriera politica del carron. evitando infatti di impegnarsi nuovamente in missioni all'estero,
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